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    Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes, l’eredità di Suikoden


    Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes si pone l’arduo compito di divenire l’erede di Suikoden e in questa recensione scopriremo se ci è riuscito

    Era il 1995 quando Suikoden sbarcava per la prima volta su Playstation in Giappone, ottenendo un immediato successo di pubblico e di critica ed iscrivendosi nel pantheon dei Jrpg. A consacrare il titolo nell’olimpo del genere fu certamente la possibilità di arruolare cento personaggi nel party, un miracolo per l’epoca. Yoshitaka Murayama, il director originale dell’opera ha consacrato la sua esistenza a generarne un erede ma un destino beffardo ha voluto strapparcelo prima del tempo. Quello di oggi, dunque, è il canto del cigno di uno dei maestri del gioco di ruolo nipponico, un’opera tesa tra presente e passato, nostalgica celebrazione della gloria del tempo che fu.

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    Lenti runiche e guerre civili | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    Le rune sono al centro della vicenda raccontata in questa nuova opera di Murayama e richiamano il medesimo ente narrativo presente anche Suikoden. Anche le premesse non tradiscono gli stilemi tipici del genere e si inscrivono in maniera forse troppo scolastica nel solco della tradizione. Due nazioni, l’una pacifica ma solcata da conflitti interni, l’altra violenta e militarista collidono in una guerra destinata a scuotere il continente dalle fondamenta. Binarismo tradizionale negli intenti e nell’esecuzione, forse troppo stereotipato per un genere con oltre quarant’anni di storia sulle spalle. Eppure in quello che appare un intreccio prevedibile e piuttosto classico si nascondono delle intriganti possibilità.

    Ci ha fortemente deluso constatare che questi germogli siano stati ampiamente tralasciati dallo sviluppatore, che ha preferito incunearsi in una progressione del narrato troppo basilare. Sarebbe stato interessante indagare le dinamiche politiche interne alla lega delle nazioni che, tuttavia, rimangono appena accennate e mai esplorate in profondità. Così come la violenza del conflitto balugina solo a tratti e sembra restituire l’impressione di una guerra ad intermittenza, il cui impatto appare sulla scena solo quando strettamente necessario per poi svanire senza lasciare traccia. Pare che la software house abbia preferito andare sul sicuro, strategia che ormai non può più bastare in un genere così inflazionato.

    Ad avere la peggio è in particolare uno dei fili narrativi legati alle lenti runiche il quale, purtroppo, non ottiene l’approfondimento necessario né è partecipe di quell’analisi che ne avrebbe incrementato l’impatto. Si configura un’opera senza infamia e senza lode, dalle fondamenta tanto stabili quanto insipide. Non parliamo, certamente, di una trama insufficiente, tuttavia, il titolo ricalca la tradizione in maniera talmente ossessiva da scadere nel generico. 

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    Questione di ritmo | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    Dove la narrativa mostra maggiormente il fianco non è nella banalità dell’antefatto quanto nella quasi dilettantistica gestione del ritmo e dei tempi scenici. La qualità della scrittura può elevare un racconto dal profondo sapore di già visto ad un capostipite del suo genere, oppure, come in questo caso tarpargli definitivamente le ali. La semplicità dell’intreccio, da una parte, porta innumerevoli vantaggi. Non vi sono infatti buchi narrativi degni di nota né profonde mancanze nell’evoluzione dei personaggi e la storia risulta sufficientemente coesa. Tuttavia, è piuttosto evidente una certa lentezza di fondo che svanisce solo nei pressi delle battute finali.

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    Questa si esplicita prevalentemente nella ripetizione troppo calcata di determinate situazioni ed in una scrittura dei dialoghi eccessivamente farraginosa. Si sente in maniera piuttosto insistente la mancanza di quella serie di tagli che avrebbe contribuito ad alleggerire il materiale narrato. Capita, sovente che tra una scena madre e la successiva intercorrano lunghe fasi di stanca che non brillano né nelle tematiche né nel gameplay. Inoltre, se le battute dei personaggi da una parte ne esaltano i variopinti ed eccentrici caratteri dall’altra soffrono di quegli appesantimenti tipici dei vecchi Jrpg di una volta. Tra inutili giri di parole, reiterazioni di ovvietà ed una traduzione che si prende qualche libertà di troppo, si ha più volte la sensazione di indugiare eccessivamente prima di calcare il piede sull’acceleratore.

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    Una triade inaspettata | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    I precedenti paragrafi potrebbero aver contribuito a dipingere la narrazione del titolo in maniera troppo critica, pertanto con questo andremo a stemperare lievemente la negatività. Ci ha, infatti, stupiti fortemente in positivo la caratterizzazione degli oltre cento personaggi inseriti nel titolo, nonché la varietà dei tre principali. Se il protagonista principale: Nowa può apparire piuttosto stereotipato e memore della lunga tradizione dei manga shonen i comprimari colpiscono nel segno. Ogni singolo eroe possiede un comportamento differente, tale da rendere tutti più o meno memorabili ed una differente backstory. Abbiamo trovato notevole la diversificazione degli stessi e l’arricchimento che il mondo di gioco consegue dalla loro presenza.

    Ad affascinarsi maggiormente è stata, tuttavia, un’improvvisa tripartizione dei filoni narrativi che consente di seguire due dei comprimari più intriganti inclusi nel titolo. Ciò costituisce un timido passo in avanti che avremmo voluto vedere maggiormente sfruttato ma che insieme ad un finale indiscutibilmente solido riesce a risanare, sebbene solo in parte, i difetti di una narrativa dal sapore di già visto. Compare, addirittura, un accenno di coralità capace di svecchiare lievemente una formula troppo collaudata. Permangono le occasioni sprecate ma qualche bagliore inatteso evita tranquillamente l’onta della catastrofe. Un peccato, a maggior ragione, le banalità troppo marcate della scrittura.

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    Chi va piano… | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    Dove il titolo, a scanso di qualche mancanza di cui parleremo successivamente, eccelle è nella gestione del gameplay a turni che, nonostante abbracci un’impostazione estremamente classica, brilla per la raffinatezza delle sue componenti. A colpirci particolarmente è stata l’attenzione riposta nella gestione delle varie velocità e l’ottima intelligenza artificiale dei nemici. Il sistema si fonda su due lane ove posizionare i sei membri del party, ognuno dotato di una determinata gittata dei propri attacchi. Anche i nemici si dispongono alla stessa maniera, costringendo il giocatore a saggiare attentamente il posizionamento di ogni suo eroe per fare in modo che tutti possano colpire ed andare a segno.

    Inoltre, in controtendenza rispetto a molti esponenti del genere, Eiyuden Chronicle privilegia una distribuzione oculata delle velocità dei vari personaggi. Avere un team estremamente rapido e quindi capace di anticipare sempre il nemico rende impossibile resuscitare i propri compagni caduti dopo il turno avversario. Da ciò consegue che esso punterà costantemente le porzioni più deboli del party andando ad eroderlo lentamente e vanificando ogni sforzo volto a riportare in vita gli eroi tramortiti. Inoltre è utile avere due healer con rapidità opposte così da poter curare la squadra prima e dopo gli attacchi nemici. Tale strategia è sovente necessaria, soprattutto nelle fasi terminali del titolo. La lentezza è essenziale anche per sfruttare correttamente i buff e le gimmick delle bossfight.

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    Il sistema elementale | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    In Eiyuden Chronicle vi è un doppio sistema di debolezze diviso tra fisiche ed elementali. Riteniamo la gestione dello stesso, insieme al bilanciamento delle magie, tra le porzioni più deboli di una turnistica altrimenti notevole. Gli attacchi fisici si dividono in varie categorie ed ogni nemico è vulnerabile ad una o più tipologie. Tuttavia, ci sono apparsi realmente validi e di impatto gli attacchi contundenti e le prese in quanto legati al sistema degli scudi. Alcune creature dispongono infatti di armature che riducono il danno subito considerevolmente. Queste possono essere eliminate mediante attacchi contundenti oppure semplicemente bypassate attraverso le prese e sono l’unica manifestazione palpabile di una meccanica che altrimenti è parecchio sbiadita. 

    Per motivazioni simili, oltre che per una certa difficoltà di lettura, abbiamo ritenuto claudicanti anche le forze degli elementi. Il bonus al danno è di gran lunga inferiore rispetto a quello conferito dal mandare un eroe in furia, il che accade quando cade un personaggio a cui esso è legato durante la battaglia, ed il consumo di PM per lanciare gli incantesimi rende ingiustificabile il loro utilizzo. Il combat system rimane, nonostante ciò, straordinariamente coinvolgente ed immediato, nonché reso ancor più forte dall’estrema varietà dei personaggi e dalla notevole qualità dei nemici e delle bossfight. Eppure vi è un’altra grande problematica, che impedisce ad esso di raggiungere l’eccellenza.

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    L’uomo della clava | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    Vari e diversificati sono gli incantesimi disponibili all’interno del gioco, tanto affascinanti quanto inutili. Nell’implementazione delle magie si consuma un enorme errore di bilanciamento che compromette la struttura dell’intero titolo. Le stregonerie offensive, infatti, sono quasi totalmente inutilizzabili, soprattutto a difficoltà massima. Innanzitutto le magie curative sono talmente essenziali da meritare un risparmio quasi totale del mana in loro funzione. I nemici d’altronde colpiscono con forza straordinaria e quasi sempre ad area, coinvolgendo buona parte del team e rendendo le pozioni insufficienti, in quanto single target. 

    Inoltre, gli spazi nella borsa sono limitati ed è sconveniente dedicarli a pozioni per ricaricare i punti magia, oltre ad essere difficile da giustificare l’utilizzo di un turno a tal fine. Molto più funzionale è curare costantemente il team e sfruttare la modalità furia ed il danno fisico per danneggiare pesantemente il nemico. Ad un certo punto eravamo riusciti ad infliggere un danno cinque volte superiore rispetto a quello causato dall’incantesimo più efficace, il tutto senza sprecare PM. Questo accade perché le magie sono generalmente multi target e pensate per affrontare gruppi di nemici. Il problema è che nemmeno in questa funzione sono indispensabili ed è molto più conveniente risparmiare mana per le bossfight più difficili invece di sprecarlo contro le orde. L’intera meccanica finisce, così, per essere estremamente debole e svanire immediatamente da ogni strategia viabile.

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    Avversari prodigiosi | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    Bisogna, invece, esaltare il buonissimo design degli incontri e delle bossfight che innalzano considerevolmente la qualità dell’avventura di Nowa e compagni. Vi una considerevole varietà nel design e nelle strategie utilizzate dalle creature ed ogni scontro ha un influsso evidente sulla propria squadra. Per quanto anche a difficoltà elevate i mostri più deboli non possano mettere in pericolo il party riescono ad erodere in maniera palpabile le riserve dello stesso. Ciò accade poiché in Eiyuden Chronicle i vari oggetti curativi possiedono un importanza paragonabile a quella dei Jrpg d’epoca e sprecarli può fare la differenza tra la vita e la morte.

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    Dove il titolo eccelle realmente è, però, nelle varie bossfight disseminate all’interno della campagna. Gli sviluppatori sono riusciti, infatti, a bilanciare astutamente il potenziale offensivo dei vari nemici di fine livello. Questi tendono generalmente ad avere attacchi multipli ed ad area così da costringere ad un utilizzo astuto delle diverse tecniche difensive dei propri compagni. Inoltre, tutti i combattimenti principali tendono a possedere una gimmick particolare che conferisce agli stessi ancora più freschezza e varietà, oltre a rendere ogni scontro propriamente unico. Sebbene, dunque, il sistema elementale manchi di immediatezza e complessità, il team nipponico è comunque riuscito a creare combattimenti dall’impatto sufficientemente elevato.

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    Una cornucopia di possibilità | Recensione Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes

    Eiyuden Chronicle possiede una quantità ed una varietà di contenuti davvero notevoli, che contribuiscono a creare un’opera gargantuesca soprattutto per i completisti. Innanzitutto si possono collezionare gli oltre 100 eroi diversi presenti nel titolo, ognuno con un diverso metodo necessario ad aggiungerlo al proprio team. Inoltre, ognuno di questi può essere potenziato attraverso l’utilizzo di apposite rune che consentono allo stesso di usare potenti abilità ed aumentano la profondità ruolistica del titolo considerevolmente. Ma non finisce affatto qui, infatti nel titolo sono presenti numerose aree facoltative da esplorare dove arruolare svariati personaggi segreti.

    Gradevoli sebbene estremamente embrionali sono tutte quelle diversioni strutturali del core gameplay volte a rendere più vivide alcune scene. Per esempio vi sono delle debolissime sezioni di stampo strategico al fine di simulare gli scontri campali tra eserciti. Queste meccaniche sono estremamente limitate, niente più che un mero contentino per il giocatore ma segnalano pur nella loro incompletezza la volontà di rendere più partecipativi determinati momenti di trama. Sulla stessa lunghezza d’onda si inscrivono anche le schermaglie 1 contro 1, niente più che banali sasso, carta, forbice. Tutto sommato, si palesa ugualmente un titolo capace di intrattenere con una mole contenutistica che solo raramente appare sovrabbondante.

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    I limiti dell’arte

    Iniziamo la nostra discussione sul comparto artistico del titolo esplicitando come esso si attesti su un livello di qualità indiscutibilmente elevato. Ciò nonostante, la direzione artistica prescelta dallo studio nipponico tende a mostrare il fianco in alcuni frangenti di cui parleremo. L’esecuzione è, infatti, priva di grandi problematiche e mostra ambienti indubbiamente curati, esterni di pregevole fattura ed un’abile gestione del colore. A brillare particolarmente è, come già anticipato il character design che s’esprime in centinaia di personaggi differenti e di impatto evidente.

    Ad impedire che l’art design raggiunga vette realmente invidiabili è la banalità complessiva delle ambientazioni che ricalcano canoni piuttosto antiquati del fantasy classico. Vi troverete dinanzi ai soliti villaggi ed ai soliti castelli, partecipi ad un esperienza di indubbia qualità ma mai colti di sorpresa né proiettati in luoghi realmente affascinanti. E questo è in fondo il problema costante del titolo, la poca volontà di innovare realmente la formula, la mancanza di coraggio che ne tarpa tragicamente le ali.

    Così si conclude la nostra recensione di Eiyuden Chronicle che ricordiamo essere disponibile su tutte le varie piattaforme ed in Game Pass. Nel frattempo per mantenervi aggiornati sulle ultime notizie videoludiche vi consigliamo di rimanere su tuttotek.it, mentre per i vostri acquisti videoludici vi rimandiamo al sito di Instant Gaming.

    Punti a favore

    • Mole contenutistica estremamente notevole
    • Character design di altissimo livello
    • Combat system immediato e ottime bossfight

    Punti a sfavore

    • Poca audacia nell’ambito narrativo e scarsa gestione del ritmo
    • Pessimo bilanciamento degli incantesimi offensivi
    • Art design complessivamente di scarso impatto e piuttosto banale
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